Lettera del Presidente Giorgio Bosco

Care amiche cari amici

Avrei voluto farvi personalmente gli auguri in occasione della festa interclub con il Rotary Club Fibonacci che si è tenuta a San Giuliano, nei locali bellissimi dei Bagni di Pisa, sabato 17 . Purtroppo molti di voi non hanno potuto partecipare ed a loro non vorrei far mancare gli auguri più affettuosi miei e di mia moglie.

Il Natale è un momento particolare per i Rotariani perché riunisce i soci e le loro famiglie e questo indubbiamente rafforza i legami e l’amicizia tra i soci. La Festa degli Auguri, che si tiene in occasione delle festività natalizie, insieme alla visita del Governatore ed al Passaggio della Campana sono i momenti più rappresentativi dell’annata rotariana.

Nell’attesa del Natale, che per antonomasia è festa di pace, vorrei ricordare chi quest’anno non avrà la possibilità di gioire e riunirsi con le proprie famiglie.
Penso innanzitutto ai Paesi martoriati da guerre , se ne contano 59 in questo momento nel mondo. Tra queste vorrei ricordarne alcune: quella in Nigeria, in Myanmar, in Afghanistan, in Siria, il conflitto Israele- Palestina, le narco-guerre come quella in Colombia ed in Messico. Queste ultime sono combattute non solo da eserciti,  nel significato che generalmente diamo a questo termine ma da gruppi armati che  rappresentano i padroni della droga ed i civili che cercano di proteggersi lì dove lo Stato è, di fatto, assente. 
Abbiamo imparato molto in quest’ultimo
anno ed oggi sappiamo che esistono i conflitti “ a bassa intensità “ , che sono sempre  guerre, abbiamo imparato che esistono le “ guerre di attrito “ che tendono a stremare le popolazioni civili.
Per ultima solo per ordine, il mio pensiero va alla guerra in Ucraina che ha vissuto molte fasi. Iniziata come guerra a bassa intensità, di cui per anni non ci siamo neanche accorti, è diventata esplosiva ed ora sta stremando la popolazione con continui bombardamenti, di giorno più che di notte,  su varie città che non fanno in tempo a rialzarsi. Lo scopo sembra essere  soprattutto quello di colpire i civili e non solo esercitare la contesa tra eserciti. 
Il mio pensiero non può non andare a tutti coloro che con la loro presenza in quei territori ci consentono di avere notizie verificate e verificabili perché dimenticare quello che sta accadendo sarebbe ingiusto e sarebbe un danno anche per noi. Il mio pensiero va a mio figlio Alfredo che, da quando è scoppiata questa guerra, la sta documentando come fotoreporter e che il giorno di Natale sarà lì, tra le persone che non hanno acqua, luce, riscaldamento e non sempre trovano la possibilità di approvvigionarsi di beni di prima necessità. Colgo questa occasione per ringraziarvi per l’affettuosa accoglienza che gli avete riservato quando ha partecipato ad una nostra conviviale.
Auguro a tutti voi, alle vostre famiglie, un Natale il più possibile sereno, ricordando che viviamo ancora in una parte di mondo privilegiata. 

  Giorgio Bosco